L'arte dell'incenso giapponese

Qualità, cultura, tradizione e grafica giapponese.

L'impegno di Nippon Kodo per la creazione di incensi raffinati si inserisce in una lunga e onorata tradizione, cominciata più di 400 anni fa (1575) con Jyuemon Takai, meglio conosciuto con il nome di Koju, artigiano esperto in questa arte e fornitore principale dell'imperatore giapponese di aromi preziosi e delicati. Queste fragranze squisite, di lunga durata e altissima qualità, che la società continua a produrre ancora oggi, sono per la maggior parte ancora basate sulle ricette originali.

Oggi l'incenso promette di diventare ancora più importante per uno stile di vita piacevole, che si apre su un nuovo mondo di consapevolezza spirituale.

Signum è lieta di poter contribuire alla diffusione di un prodotto legato ad una storica e raffinata tradizione, la cui nascita si perde nella notte dei tempi.

 

L'incenso (in giapponese KO) venne introdotto dalla Cina in Giappone sotto la dinastia Tang nell'epoca Asuka (538 - 710 d.C.) insieme al Buddismo. Inizialmente l'usanza di bruciare incenso nelle proprie abitazioni si diffuse nelle case dei nobili. Nell'VIII secolo (epoca Heian) i nobili di corte cominciarono ad usare il KO per profumare i kimono e nel tempo si vennero a creare le regole di questi veri e propri riti e l'arte di bruciare l'incenso divenne il KOH-DO, la via dell'incenso. Si cominciarono a disputare delle vere e proprie gare dove apposite giurie premiavano chi realizzava la miscela più coerente nell'essere abbinata ad una poesia, a rappresentare una stagione o un ambiente. Durante la seconda metà del periodo Edo (1600 - 1868 d.C.) l'incenso fu introdotto negli spettacoli teatrali di "Kabuki" e così l'uso dell'incenso entrò nella vita quotidiana della gente comune. Nel periodo più intenso dell'occidentalizzazione del Giappone (epoca Meiji, 1868 - 1912), l'arte di bruciare l'incenso rischiò di andare perduta, essendo considerata inutile, ma non appena cominciarono ad apprezzare la cultura tradizionale giapponese, i giapponesi riscoprirono la bellezza e l'armonia delle antiche tradizioni.

 

 

 

La parola "profumo" deriva dal francese antico "per fumar", letteralmente "per fumare", cosa che sembra indicare la pratica della combustione dell'incenso. L'utilizzo dell'incenso risale ai tempi biblici e pare che la sua origine sia l'Egitto. In Giappone l'incenso fa la sua apparizione con Ganjin, un monaco buddista della Cina dei Tang arrivato nel 754. Prende piede l'idea che l'incenso non debba venir bruciato solo in occasione delle cerimonie religiose o a scopi medicali, ma come un delicato piacere, chiamato soradakimono, destinato all'apprezzamento di aromi preziosi. Questo è l'inizio dell'universo estetico e artistico in Giappone.

 

 

 

Le 10 Virtù del KOH

Apre l'anima alla spiritualità

Purifica il corpo e la mente

Rimuove le impurità

Favorisce lo stato di attenzione

Compagno nei momenti di solitudine

Negli stati di stress offre un momento di pace

Non stanca anche se usato abbondantemente

Anche se ne hai poco riesci ad esserne soddisfatto

Il tempo non altera le sue qualità

Anche utilizzato tutti i giorni non provoca problemi

 

 

La base dell'incenso giapponese è la corteccia di Tabu alla quale vengono aggiunti altri ingredienti macinati o oli essenziali. Tra i vari ingredienti di pregiata qualità ricordiamo: legno d'Agar, legno di sandalo, cannella, anice, gelsomino, ambra, benzoino, olibano, muschio, ylang ylang, borneolo.

Questi incensi sono tra i più naturali al mondo.

 

La cerimonia dell'incenso è una vera e propria arte e possiede due aspetti: un aspetto di miglioramento del benessere mentale e un aspetto di gioco.

Riconosciuta nella storia come un rito da samurai, intellettuali e nobili. Non rappresenta solo un metodo di profumazione come per i paesi occidentali.

Più tardi il KOH-DO si divise in diverse scuole, due sono sopravvissute fino ai giorni nostri: la scuola Oie-ryu e la scuola Shino-ryu. La prima fondata da Sanetaka Sanjonishi ha dato forma alle regole e ai metodi della cerimonia ponendo l'accento sugli aspetti letterali dell'incenso; la seconda attribuisce un'importanza considerevole alle formalità rituali.